Le gite fuori porta sono bellissime, specialmente quando ci infili anche una serata libertina.
Cosa può esserci di più eccitante di una serata scambista in un posto nuovo, lontano da casa, con persone sconosciute? L’ignoto ha un fascino indiscutibile, se poi si tratta di sesso diventa irresistibile.
Il fascino dell’ignoto
Non ci è voluto molto per convincerci a passare il 14 febbraio 2020 in Romania. L’idea era super allettante, le cose nuove ci attraggono parecchio, poi con l’aereo in un attimo saremmo arrivati a destinazione. A farci compagnia c’era una coppia di carissimi amici con cui c’è una grande intesa sessuale.
Nessuno di noi conosceva gli organizzatori dell’evento, ma ci siamo fidati, e poi sperimentare è l’unico modo per esplorare e conoscere. Odio chi dice “fino a lì?”. Chi non si muove dal raggio di casa si limita a conoscere solo quello che è più comodo e sicuro. Io i limiti li voglio scavalcare per vedere cosa c’è dall’altra parte, poi semmai torno indietro, ma solo dopo aver curiosato.
C’è gente che non fa un’ora d’auto per fare una serata. Non per andare a lavorare eh! Per fare qualcosa di divertente, quindi figuriamoci se possono capire l’idea di prendere un aereo per una sola notte…
Questo per dire: alzate il culo e spostatevi perché le cose belle non sempre sono all’angolo sotto casa. Poi va beh, la sfiga di questo caso ha voluto che il party fosse un flop, ma non lo avremmo mai saputo se non ci fossimo andati personalmente.
L’esperienza insegna sempre qualcosa.
Fame e sonno
Bucarest ci ha sorpreso. Una città in pieno fermento con tanta voglia di crescere. Di giorno ti sorride, la notte diventa intrigante. Le vie pullulano di giovani, di locali freschi e moderni. Impossibile annoiarsi. Ma raccontiamo un pezzo per volta.
Appena atterrati abbiamo mollato il trolley in albergo e ci siamo fiondati a mangiare. La carne è una delle specialità locali (io non la amo ma quando sono all’estero prediligo sempre le specialità del posto). Il pranzo è stato ottimo e anche la birra, tanta, che ci ha accompagnati per tutto il weekend.
Pomeriggio riposino, come sempre prima di qualche serata. Il caldo dell’hotel e la pancia piena hanno conciliato perfettamente il sonno. Al risveglio, con molta calma, ci siamo preparati per uscire a cena. Una borsa per il cambio abiti di noi ragazze, perché non saremmo rientrati in hotel, ed eravamo pronti per ripartire. Dal centro avremmo preso un taxi per raggiungere la villa e ci saremmo vestite una volta arrivate là.
Il dubbio comincia ad insinuarsi
Bucarest la notte è magica, in qualche modo mi ha ricordato Praga, città in cui trascorsi un paio di mesi per uno stage da ragazza.
Mentre tutti da fuori entravano per trascorrere il loro sabato sera in centro, noi ci allontanavamo per raggiungere un posto appartato, lontano dalle luci e dagli schiamazzi.
Il viaggio in taxi è durato venti minuti circa, come sempre avevo l’agitazione nello stomaco. Quella sensazione la amo e la detesto, non credo potrei mai farne a meno.
La villa era davvero in una zona remota, per intenderci non c’era un’anima in giro se non noi quattro. Da fuori era molto bella, all’altezza delle aspettative. Dal cancello al portone d’ingresso i tacchi affondavano nel fango, pensai che all’uscita li avrei sicuramente tolti e camminato scalza. Lo faccio spesso al ritorno dai party, non sono schizzinosa non mi fa schifo camminare per strada a piedi nudi. E poi, fare la schizzinosa dopo un party scambista sarebbe un eufemismo.
All’ingresso c’è stato subito qualcosa di strano. La coppia davanti a noi chiedeva uno sconto dato che la sera prima non si era svolto il party. Al momento non capimmo, più tardi sì. Lo sconto ad ogni modo, non fu concesso e la coppia entrò comunque, incazzata.
Il ragazzo addetto al guardaroba era anche l’organizzatore dell’evento. Non ci fece nemmeno un sorriso, aveva il viso rigido e la fronte sudata, oltre a 10kg in più rispetto le foto su Instagram. Dettagli. Ci prese i cappotti dicendo che nessuno li avrebbe controllati, quindi di non lasciare all’interno delle tasche oggetti di valore. Prese i nostri soldi e tanti saluti.
La triste realtà
Andiamo subito alla toilette ma era un buco, scomodissimo cambiarsi. Mi infilai l’abito lungo nero e il rossetto a caso, la premessa non era buona, ma il buon umore ancora alto.
Lo spazio al piano terra era tutto zona ballo con un Dj improvvisato ma a me piace la musica Balcana quindi ero felice. Le luci erano bassissime si vedeva davvero poco ma abbastanza per notare che tutte le donne erano già in lingerie.
Odio le situazioni in cui le donne si sentono in dovere di mettersi subito in mutande. Che bisogno c’è?
Il bar era l’obiettivo primario, un pò d’alcol in corpo e la festa poteva iniziare. Ma una volta arrivati a quella che si potrebbe definire la zona food&beverage, ci sono cadute le palle.
Non è ammissibile ad una festa degna di esser chiamata tale (a quella cifra poi) una disorganizzazione di quel livello. Pochezza. I ragazzi improvvisati barman ci hanno subito avvisati che erano finiti i bicchieri e che da bere c’era solo del vino bianco (aceto) e la vodka. Punto. Cibo zero se non qualche avanzo della sera prima, roba che non avrebbe sfamato nemmeno un uccellino.
Incazzatura first
Ma come puoi organizzare un evento e non pensare all’alcol?? Ai bicchieri, al cibo…l’abc santo cielo. A fatica cerchiamo di sorvolare, in fin dei conti non eravamo lì per bere e mangiare ma per fare altro.
Ci mischiamo alla fauna del posto ma con grandissime difficoltà perché nessuno ballava veramente e nessuno aveva realmente voglia di conversare (ma nemmeno di scopare a quanto pare). Attacco bottone con una coppia solo perché lei sembrava Lucilla nel film “Il Gladiatore”. Scopro che il marito era italianissimo ma non siamo andati oltre allo scambio di qualche battuta. Al piano di sopra invece c’erano le camere da letto, se non sbaglio tre in totale, pochine. Con nostra delusione non c’era nessuno appartato in qualche angolo a scopare, qualcuno girovagava per le stanze come noi in cerca di qualcosa da guardare o da fare.
A quel punto incontriamo una coppia di connazionali che ci raccontano la sera prima:
Il party si divideva in due serate, venerdì e sabato. Peccato che il giorno prima fosse saltata la corrente e il blackout, durato ore, ha reso impossibile il party. “Si gelava ed era buio pesto” cit.
Ecco spiegato perché all’ingresso la coppia davanti a noi voleva lo sconto!
Presi dallo sconforto siamo tornati al piano di sotto e nel momento in cui abbiamo iniziato a bere vodka, liscia, la serata ha preso un’altra piega.
Ovviamente non ricordo il momento in cui siamo passati dallo scazzo alla sbronza totale. Ma qualcosa ricordo…abbastanza da evitare che si ripeta.
Una pesca sfortunata
La vodka era benzina e noi andavamo a fuoco in tutti i sensi. I cervelli erano posati sul comodino a fianco del letto, i corpi avevano vita propria.
I nostri amici erano riusciti a portare in camera da letto una coppia che prometteva bene. Lei agghindata da Slave, lui da Master (nel linguaggio del BDSM si intende la Schiava sottomessa e il Padrone dominante). In apparenza sembravano molto audaci ma dopo un paio di minuti in cui eravamo tutti e sei sul letto, i due si allontanano dicendo “too stronge” intendendo che giocavamo troppo forte per loro. Troppo che? Manco avevamo iniziato a spogliarci!
Col senno del poi deduco che dobbiamo aver fatto, o detto, qualcosa senza rendercene conto. La vodka era benzina e noi andavamo a fuoco in tutti i sensi. I cervelli erano posati sul comodino a fianco del letto, i corpi avevano vita propria. Avete presente un animale in cattività? Ecco.
The show
Rimaniamo noi quattro sul letto. A me piace la sottomissione e ho degli orgasmi epici quando mi si stringe il collo, solo che qualcosa deve esserci sfuggito di mano perché ad un certo punto faticavo a respirare. Premetto che il ragazzo della coppia amica è un fruscello fatto di soli muscoli. Ho più massa grassa io di lui. L’abbinamento muscoli, alcol scadente + arrapamento non ha dato buoni risultati. Ci siamo tutti fermati un momento quando oggettivamente mi è mancata l’aria, le mani sul collo stringevano così tanto che la collana è esplosa e tutte le perline rimbalzavano nella stanza. Quando sono tornata in vita e gli occhi sono rientrati nelle orbite ci siamo accorti che attorno si era creato un harem di spettatori.
Il pubblico ci faceva incazzare ma allo stesso tempo ci aveva eccitato ancora di più. Che cavolo se ne stanno a guardare? Unitevi no? Niente, nessuno si schiodava dal muro.
Io non ricordo bene ma sono certa che abbiamo urlato e che sono volati schiaffi pesantissimi. Io scopavo con il ragazzo della mia amica mentre Fausto scopava lei.
Ricordo che continuavo a dire “fammi male” ed effettivamente sono stata presa in parola.
Siamo andati avanti per un tempo imprecisato, i vestiti erano sparsi ovunque, ci abbiamo messo una vita per ricomporci e trascinarci di sotto. Finito l’effetto euforico del sesso, è tornato lo scazzo per il posto di merda in cui eravamo e per la gente di merda che ci circondava. Abbiamo chiamato un taxi e siamo tornati il hotel.
Sobrietà
Il giorno dopo lo abbiamo trascorso al tavolo di un ristornate cercando di muoverci il meno possibile, ripetendoci scuse a vicenda e promesse di “mai più”. Non riuscivo a muovere la testa per il male al collo, faticavo ad aprire bene la bocca a causa della mandibola dolorante. Avevo lividi su tutto il corpo e le gambe affaticate come se avessi corso 10km il giorno prima. Anche l’altra ragazza più o meno era nel mio stesso stato. Abbiamo dato tutta la colpa all’alcol di merda, ma la verità è che su quel letto ci siamo trasformati in animali selvatici ed eravamo pericolosi per noi stessi.
Non accadde più. Lezione imparata.
Un caldo abbraccio dalla vostra Regina Libertina
Mia